Una questione privata. La fotografia di Vivian Maier.

 In Women - Grazie a loro. Come loro.
[Pensieri del 30/12/2020]

Un anno senza mostre, senza arte, senza teatro.
Visitai questa mostra da sola in una fredda sera di dicembre.
Se avessi saputo che sarebbe stata l’ultima per un tempo infinito sarei tornata il giorno dopo e quello dopo ancora.

[Pensieri del 30/12/2019] Mostra di Vivian Maier presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi – Torino

Marvin Heiferman, scrittore e curatore d’arte, sostiene che ‘’seppur scattate decenni orsono, le fotografie di Vivian Maier hanno molto da dire sul nostro presente. […] Molti di noi condividono il suo stesso desiderio e il suo impulso di fare fotografie – e, grazie alla tecnologia digitale a nostra disposizione, oggi lo possiamo fare. Se con Facebook, Flickr, e Instagram, oggi siamo in grado di produrre immagini e con un semplice click proiettarle in tutto il mondo, l’innegabile talento di Vivian Maier, abbinato al fermo proposito di mantenere la propria attività di fotografa come una questione privata, ci affascina e al tempo stesso ci confonde. Non può però sorprenderci: in un’epoca in cui la fotografia viene ridefinita, cambiano anche gli autori che troviamo più interessanti e stimolanti. Proprio come Maier, noi oggi non stiamo semplicemente esplorando il nostro rapporto con il produrre immagini ma, attraverso la fotografia, definiamo noi stessi’’.

E, a mio parere, proprio dentro e dietro le parole di Heiferman si celano in maniera non troppo velata le differenze dell’istinto di Maier con l’impulso alla condivisione che anima noi contemporanei.

Non sappiamo se in realtà la fotografa aspirasse ad una professione eppure l’intero suo lavoro rimane una ‘questione privata’ rinvenibile attraverso l’anonimato che ha segnato la sua vita percorsa con passi silenziosi certo, ma soprattutto mediante quello sguardo di ricerca, sperimentazione, attenzione che proietta oltre sé e non verso di sé.

La stessa lettura degli autoritratti sembra vada, fra le altre interpretazioni, in questa direzione. Cogliersi nei riflessi e nelle ombre pare essere un desiderio di capire cosa di lei arrivi all’esterno, al mondo, agli altri, aiutandosi egregiamente con una macchina che non obbliga l’eliminazione visiva degli occhi, parte fondante del nostro essere. Autoritratto quasi maniacale che mai appare egocentrismo, ostentazione, al contrario è sempre esperimento, studio.

Riuscire oggi facilmente a fermare la vita con i mezzi a nostra disposizione così come ci appare avvicina alle intenzioni di Vivian, forse. Al tempo stesso l’esigenza che abbiamo di aiutare il fruitore con un hashtag o un post ci lancia a chilometri di distanza. Se è arte non può essere spiegata. Con abiti di altro tempo siamo comunque noi, oggi, con le nostre vite mutevoli, le medesime relazioni di potere, le differenze, gli eccessi e quel desiderio immutabile di sentirci testimoni di un momento.

 

Su YouTube è possibile acquistare o noleggiare il docufilm Alla ricerca di Vivian Maier.

 

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